RAGAZZACCIO

A cosa devono fare attenzione i genitori? Cosa accade nel cervello dei ragazzi e quale è il ruolo degli adulti?

La pandemia di Covid19 ha segnato un punto di svolta fondamentale della nostra epoca.  Il lockdown è stato contrassegnato da un prepotente uso della tecnologia e di internet. I nostri computer, i tablet e gli smartphone ci hanno tenuti vivi, nel vero senso della parola. Hanno fatto si che la nostra vita procedesse nelle case, mentre tutto il resto fuori era fermo, abbiamo fatto aperitivi con gli amici collegati al pc, abbiamo ordinato la spesa, letto libri, guardato film, lavorato, studiato. 

ABBIAMO INTRAPPOLATO LE NOSTRE RELAZIONI IN UNA RETE e senza ombra di dubbio chi ne sta pagando le conseguenze sono i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti. Il mondo della rete ha letteralmente intrappolato le nostre relazioni dietro uno schermo dal quale è difficile uscirne. Sono nati i “leoni della tastiera” che si sentono autorizzati a scrivere di tutto di più celandosi dietro uno schermo, anche i più timidi possono intraprendere nuove relazioni senza mai mostrarsi, si scoprono “mondi” pieni di diverse personalità.

Da un comunicato stampa del 08/2023 dell’Istituto Superiore di Sanità risulta che “La diffusione e l’uso dei social media richiede un’attenzione particolare. Se è vero che un uso responsabile può avere degli effetti positivi, l’uso problematico comporta conseguenze negative sul benessere fisico e psicologico dei giovani. I risultati mostrano che i giovani che fanno uso problematico dei social media sono il 16,9% delle ragazze e il 10,3% dei ragazzi. Tra le ragazze di 15 anni, la prevalenza arriva a superare il 20%.

Rispetto ai dati del 2017/2018, si può osservare un incremento di tale uso, soprattutto tra le ragazze, per cui la prevalenzaaumenta del 5% (da 11,8% a 16,9%, rispetto ai ragazzi che passano dal 7,8% al 10,3%).

Da ulteriori ricerche si evince che ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%) – con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat – e l’uso dei videogiochi (72,4%). 

Se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i social media (84% contro il 74% dei maschi), il gaming impegna di più i ragazzi (81% contro il 64% delle ragazze) anche se le videogiocatrici sono in crescita. 

Tra gli adolescenti cresce anche il tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà (il 47%) dei 3.400 11-19enni intervistati in occasione del Safer Internet Day ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno online (era il 30% nel 2020) e il 37% controlla lo smartphone più di dieci volte al giorno.

Riprendendo le parole della giornalista Mariavittoria Savini del 15\11\2023 aggiungiamo che l’Atlante di Save the Children evidenzia che in Italia le ragazze e i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che mostrano un uso problematico dei social media sono il 13,5%. Sono soprattutto le ragazze a soffrirne e l’età più critica è quella dei 13 anni: tra le principali motivazioni dell’uso intensivo dei social media c’è quello di scappare da sentimenti negativi. Per quanto riguarda, invece, i videogiochi, il 24% dei giovani di 11, 13 e 15 anni ne fanno un uso problematico: qui sono però i ragazzi a essere più esposti e l’età, in questo caso, si abbassa a 11 anni.

Benché ancora non esista una definizione univoca di dipendenza da internet, in Italia ci sono 87 centri territoriali che offrono assistenza ai minorenni attraverso équipe multidisciplinari formate da psicologi, assistenti sociali, educatori. Delle 10mila persone, tra giovani e adulti, che finora hanno contattato questi servizi, la fascia d’età più rappresentata è quella dei 15-17enni (con il 13,7% dei maschi e il 9,2% delle ragazze) mentre quella tra 0 e 17 anni, nel suo complesso, costituisce quasi il 30% del totale.

TikTok rappresenta una delle app più scaricate dai giovanissimi, su cui ciclicamente può però capitare che si diffondano una serie di sfide social (challenge) che, in alcuni casi, possono tradursi in comportamenti autolesionistici.

A cosa devono fare attenzione i genitori? Cosa accade nel cervello dei ragazzi e quale è il ruolo degli adulti?

La dott.ssa Maura Manca, Fondatore e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, ne ha parlato il 21 marzo 2023, su Radio 24, nella trasmissione Effetto Notte di Roberta Giordano, a partire dalla segnalazione lanciata dall’Autorità Antitrust che ha contestato a TikTok la mancata predisposizione di adeguati sistemi di monitoraggio per vigilare sui contenuti pubblicati.

Ascolta l’intervento a partire dal minuto 48.34: 

//www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/effettonotte/puntata/trasmissione-21-marzo-2023-140908-AEJrX17C

Estratto dell’intervento della dr.ssa Maura Manca

“Il consiglio principale da dare, è quello di conoscere queste dinamiche cioè questi comportamenti che i ragazzi seguono nel web, perché non vengono viste come delle sfide ma come dei giochi quindi, i genitori abbassano il livello di guardia perché li ritengo dei giochi prima di vederne gli esiti e non valutano il rischio e la pericolosità della situazione in cui cadono i ragazzi, perché loro stessi, nel momento in cui vedono quel comportamento che viene fatto anche dagli altri compagni, lo emulano e quindi da questo punto di vista per loro, è una condizione che si può fare per il loro cervello perché la capacità di discernimento del loro cervello non è ancora matura quindi, loro da soli non lo possono fare, lo devono fare con gli adulti, con gli insegnati con quelle figure che possono spiegargli che quelli non sono giochi non sono sfide divertenti ma comportamenti molto pericolosi. Il problema di qst sfide è che rimangono nel web.”

Senza tediare ulteriormente con dati vi presentiamo questo film di Paolo Ruffini “Ragazzaccio” da cui prende il nome questo articolo.

“Mike Bongiorno? Non esiste nessuno che si chiama così”. È la risposta di Mattia al professore di letteratura interpretato da Beppe Fiorello. I dialoghi e il ritmo diventano fondamentali in Ragazzaccio, un film spesso chiuso in una stanza, senza respiro, che riesce a cogliere la claustrofobia, la noia e i tempi morti delle lezioni in DaD.

Il film mette a fuoco il disagio adolescenziale durante la quarantena e cattura la rabbia implosa del giovane protagonista negli scatti improvvisi contro la madre, nel rifiuto di qualunque regola durante le lezioni, nel volontario (auto) isolamento. Ed è proprio quanto sottolinea l’emarginazione del protagonista, che Ragazzaccio riesce ad essere credibile nella descrizione di uno spettacolo generazione, dove dietro ogni volto sullo schermo del PC, si possono costruire tante storie personali.

Il film è stato girato in una settimana, è realistico nella descrizione dell’incomunicabilità famigliare dentro l’appartamento (recensione liberamente tratta dal sito mymovies).

Buona visione